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Dentro lo Splendor Solis: Minatori che scavano la collina

Riccamente decorato, lo Splendor Solis è un trattato d'alchimia di estrema bellezza, noto in tutto il mondo per le sue ventidue illustrazioni a colori. In questo articolo scopri i dettagli e le preziose miniature della quinta immagine, conosciuta come i Minatori che scavano la collina.


Dettagli e significati dell'immagine

La parte principale dell'illustrazione è un'immagine di un paesaggio in mezzo al quale due minatori stanno scavando una collina (uno vestito di bianco/argento, il colore della luna, l'altro di giallo/oro, il colore del sole). Una mezzaluna con una faccia è sdraiata come una barca sul lago nella parte inferiore dell'immagine principale.


Sotto c'è una scena più piccola di una regina che si presenta a un re seduto su un trono.

Il nome Esther è iscritto sopra l'immagine più piccola.


Alla base del telaio, la piccola scena che rappresenta di Ester e Assuero come perfetta unione tra opposti, mentre i due minatori rappresentano alchimisti alla ricerca della materia prima (si credeva che la pietra filosofale fosse nascosta nella terra). La falce di luna galleggiante rappresenta il mercurio, una sostanza indicata anche dagli alchimisti come “argento vivo”.

 

La quinta tavola annuncia l'inizio della prima delle due serie principali contenute nel testo alchemico dello Splendor Solis. Ogni serie è composta da sette tavole e la prima serie è indicata come le "sette parabole": sette tavole per raccontarci sette storie.


Il numero sette è venerato in alchimia, in quanto si riferisce ai sette metalli classici, ai sette pianeti classici e ai sette simboli alchemici come di seguito:

Metallo

Pianeta

Simbolo alchemico

Oro

Sole

🜚

Argento

Luna

🜛

Rame

Venere

🜢

Ferro

Marte

🜜

Stagno

Giove

🜩

Mercurio

Mercurio

🜐

Piombo

Saturno

🜪


L'immagine centrale della prima parabola detta Minatori che scavano la collina mostra una montagna che viene minata da due piccole figure che assomigliano a nani: il tema degli "opposti" che è qui disseminato dappertutto:


1. Le due figure nell'immagine centrale sono vestite una con abito d'oro e scarpe d'argento, l'altra con abito d'argento e scarpe d'oro.
2. Sulla parte superiore della cornice vediamo due cherubini, uno maschio e una femmina. Il maschio tiene un seme, la femmina un fiore.
3. Sui lati inferiori della cornice vediamo alcune figure "gemelle: una coppia ha due spirali al posto delle braccia, mentre l'altra al posto delle gambe.

Vediamo anche il Sole che brilla luminoso nel cielo, mentre la Luna galleggia nel fiume sottostante.



Ai piedi della cornice troviamo i dettagli della parabola: si tratta di una scena del Libro di Ester presente nell'Antico Testamento (in ebraico Tanakh). Ma chi era, esattamente, Esther?

 

Il popolo ebraico subì quello che passo' alla storia come l'esilio babilonese, un periodo di grandi trasformazioni in cui gli Ebrei furono deportati come schiavi in Babilonia al tempo di Nabucodonosor II (604-562 a.C.).


Al termine di un grande assedio, il re babilonese distrusse infatti Gerusalemme e con essa il Tempio dove si trovava l’Arca dell’Alleanza. Gli anni della cattività a Babilonia furono decenni di schiavitù e di umiliazioni, durante i quali gli Ebrei furono messi a dura prova, rischiando di perdere non solo il senso di appartenenza a un popolo, ma anche la fede nella propria religione.


E' in questo periodo delicatissimo che si introduce la storia di Ester. Secondo le fonti, questa fanciulla ebrea si chiamava in origine Adassa (Hadasah), nome ebraico che significa "mirto", ma ricevette il nome Ester quando entrò nell'harem del re.


In ebraico Ester significa "io mi nasconderò". Infatti Ester nasconde la sua vera identità di ebrea, per rivelarla al momento opportuno, quando si tratta di salvare gli Ebrei dalla strage fatta ordinare da Aman.



La vicenda di Ester, si svolge a Susa, una delle città più importati della Persia antica, già capitale dell’antico regno di Elam, oggi nell’Iran meridionale. Il testo biblico ci parla del re persiano Assuero, forse identificabile con il re Serse I, figlio di Dario, che governò attorno alla metà del V secolo a.C.


La regina Vasti, moglie di Assuero, era stata allontanata dal regno perché disobbediente alle richieste del re di accompagnarlo nelle sue apparizioni pubbliche. Lo sgarbo è giudicato grave. Assuero è quindi alla ricerca di una nuova moglie…


Un decreto del re invita allora le ragazze più avvenenti di Susa a frequentare la corte, dopo un’opportuna e lunga preparazione nelle usanze della famiglia reale.


Fra queste giovani vi è Ester, figlia di Abicail, zio di Mardocheo, fanciulla di bella presenza e di aspetto avvenente.

Ester non rivela ai dignitari del re la sua identità, né la sua appartenenza al popolo ebreo, ma si confonde con le altre ragazze di Susa. La sua bellezza e la sua grazia colpiscono tutti; dopo dodici mesi viene introdotta nella casa del re, preferita a tutte le altre “concorrenti” e scelta come nuova regina.


Ester viene a conoscenza, nei palazzi del re, che Amàn, il ministro plenipotenziario di Assuero, trama una persecuzione contro gli ebrei. Invidie e giochi di corte spingono Amàn a pianificare un genocidio, presentandolo al re come una legittima difesa da cittadini pericolosi, che occorre eliminare.


Assuero, raggirato, acconsente ai piani di Amàn. Si “gettano le sorti” e viene decretata anche la data precisa in cui gli ebrei saranno catturati, fatti prigionieri e uccisi: il giorno tredici del dodicesimo mese, chiamato Adar.


Mardocheo si affretta a informare Ester, chiedendole di intervenire. Ed ecco che la nuova condizione di Ester lascia intravedere a cosa la sua vita fosse in realtà destinata:


«Chi sa che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?» (Ester 4,14), le dichiara fra timore e speranza suo cugino Mardocheo.

Il testo biblico descrive cosi l’agire umile della giovane ebrea:

La regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempì la testa di ceneri.
Umiliò duramente il suo corpo e, con i capelli sconvolti, coprì ogni sua parte che prima soleva ornare a festa.
Poi supplicò il Signore e disse: “Mio Signore, nostro re, tu sei l’unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all'infuori di te, perché un grande pericolo mi sovrasta."

L’azione di Ester, preparata da preghiera e digiuno, avrà successo. Aprirà con coraggio il suo cuore al re suo marito e denuncerà il genocidio pianificato da Amàn.

 

Questa storia di Ester può essere interpretata come un racconto della connessione degli opposti, ciò che C.G. Jung chiamava la coniunctio: l'unione del maschile e del femminile.


Certamente la simbologia di questa quinta tavola dello Splendor Solis enfatizza l'idea delle polarità unite che possono essere chiamate Heiros Gamos, o per usare un termine tantrico, Lila.


Esther parla con il re, suo marito. Lei dice la verità al potere. E cosi salva il suo popolo.

 

Questa prima parabola detta Minatori che scavano la collina parla soprattutto della Materia prima, un termine alchemico-filosofico traducibile anche come «materia primordiale», «originaria».


Per gli alchimisti, la Materia prima costituiva la sostanza fondamentale e incorrotta da cui ha avuto origine il Mondo, e tramite la quale diventava possibile operare qualsiasi trasmutazione di sorta, riducendo ogni materiale a questa sua matrice originaria secondo il motto latino solve et coagula.


Nella materia prima consisteva pertanto il segreto della pietra filosofale.

Per produrre quest'ultima, seguendo in particolare la cosiddetta «via umida», la materia prima poteva invece significare, in alternativa, il materiale di partenza della Grande Opera alchemica, dal quale occorreva separare, tramite sublimazione, due tipologie di nature, ignea e mercuriale, associate rispettivamente al Sole e alla Luna (fase della nigredo), per poi ricongiungerle in parti uguali e celebrare il matrimonio chimico (albedo).


Dalla loro unione sarebbe nato il «bambino», ovvero la pietra rossa, capace di convertire i metalli vili in oro (rubedo).

Unione sacra degli opposti, come la sposa e lo sposo, l'empio e il giusto, il perseguitato e il persecutore.

 

Le illustrazioni miniate che decorano lo Splendor Solis sono ventidue, proprio come ventidue sono gli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Esistono ponti simbolici e concettuali tra i due "sistemi"? Prova a comparare i significati dei Minatori che scavano la collina, con l'Arcano V, Il Papa. Cosa osservi?




Figli miei, voi siete discepoli e sudditi. E io provvedo per voi, vi offro i doni sacri delle mie terre, più vaste degli imperi umani. I miei possedimenti, qui e ora, si estendono al regno dei cieli.


Ciò che è mio, è vostro. E’ tuo.

 

Scopri le 22 illustrazioni dello Splendor Solis



Le Sette Parabole

Immagine 5: Minatori che scavano la collina

Immagine 6: Filosofi sotto l'albero.

Immagine 7: Il Re che annega

Immagine 8: Resurrezione della palude.

Immagine 9. Ermafrodito con uovo.

Immagine 10. Tagliare la testa del Re.

Immagine 11. Bollire il corpo nel recipiente.


Le Sette Fiaschette

Immagine 12: Saturno - Drago e bambino.

Immagine 13: Giove - I tre uccelli.

Immagine 14: Marte - L'uccello a tre teste

Immagine 15: Sole - Il Drago a tre teste

Immagine 16: Venere - Coda di pavone

Immagine 17: Mercury - La Regina Bianca

Immagine 18: Luna - Il Re Rosso


Immagine 19: Il Sole nero

Immagine 20: Bambini che giocano

Immagine 21: Donne che lavano i vestiti

Immagine 22: Il Sole che sorge sulla città


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