Qualche tempo fa, a Parigi, ho scoperto una mostra davvero particolare, realizzata da Gideon Bohak, professore di Storia e Filosofia presso l’Università di Tel-Aviv, Anne Hélène Hoog del Museo d’Arte e di Storia del Giudaismo e Nathalie Crinière, scenografa. La parola d'ordine? Magia!
Dedicata alla magia nella tradizione ebraica, questa insolita “expo” propone un viaggio affascinante tra le tante pratiche magiche sopravvissute fino ad oggi, e fa riflettere sul loro sincretico legame con le altre religioni monoteiste.
Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo condividono, infatti, molti tratti comuni, specie quando si tratta di magia! Uno di questi è l’utilizzo delle Sacre Scritture a scopi non liturgici, come ad esempio l’invocazione o l'iscrizione di formule protettive ricavate dai testi sacri per la costruzione di amuleti.
Religioni e pratiche magiche si nutrono, cosi', a vicenda, prendendo in prestito rituali e simboli, come la hamsa, anche conosciuta come mano di Fatima, di tradizione musulmana, o il “toccare ferro” (o legno) di origine cristiana.
Non bisogna credere alle superstizioni, ma è più sicuro rispettarle"
- Judah ben Samuel di Regensburg, Il Libro dei Devoti (1150-1217)
La Magia nella tradizione ebraica
Le tradizioni popolari del mondo ebraico sono animate da numerosi esseri soprannaturali, basti pensare agli arcangeli Metatron, Raziel, Raffaele e Gabriele, o agli angeli “guaritori” Senoy, Sansenoy e Semangelo, i formidabili protettori degli uomini contro le potenze oscure di Lilith o Samael. Si tratta quindi di credenze e pratiche magiche molto legate al quotidiano, finalizzate, ad esempio, alla protezione delle donne incinte, dei neonati, della vita domestica o coniugale.
Una magia familiare, dunque, eppure scarsamente conosciuta - la cosiddetta “Cabala pratica” (Kabbalah ma'assit) - che vale la pena riscoprire e proiettare in una dimensione nuova. Trasmessa sin da tempi antichissimi, questa magia trova il suo fondamento nei testi religiosi, per essere poi "rispolverata” dai Wunderrabbi nel mondo ashkenazita e dai rabbini taumaturgi del Nord Africa e Medio Oriente. Al di là del mondo ebraico, la Cabala influenza largamente anche la cultura occidentale.
In un universo religioso piuttosto severo, governato dalla Torah, dal Talmud e da molte prescrizioni rabbiniche, la pratica della magia è paradossalmente visibile e ben presente. E' facile, d’altronde, riconoscere la sua fortuna letteraria : i dibbuk ispirano Semën Akimovič An-skij, autore di una delle più celebri opere del teatro yiddish; Gustav Meyrink lega il suo nome al romanzo esoterico "Il Golem", un tipo di letteratura che modellerà l'immaginario dei decenni a venire; la stessa Lilith è onnipresente nelle arti del diciannovesimo secolo...
Raccolte di ricette, amuleti, collane, pendenti, hamsot, braccialetti, abiti "contro il malocchio" e ciotole d'incantesimi... Ricca di ben oltre 300 opere e documenti, la mostra "Magia, Angeli e Demoni nella tradizione ebraica" rivela al gran pubblico “segreti magici” provenienti dall’antico Vicino Oriente, dall’Impero romano, bizantino e ottomano, ma anche dall’Asia centrale, dal Maghreb e dal Medio Oriente.
Il progetto racconta la relazione dei rabbini con i cabalisti ed evidenzia il ruolo fondamentale dei leader spirituali nel trasmettere i precetti di una conoscenza magica, a cavallo tra il mondo reale e tutti gli altri invisibili.
1. Invocare gli angeli, controllare i demoni
Secondo la concezione ebraica, Dio regna su un mondo popolato da molti esseri invisibili e potenti: gli angeli, i demoni e i defunti.
Nell’epoca che va tra il Secondo Tempio e il periodo talmudico (dal VI secolo a.C al 500 d.C.), diversi testi descrivono il mondo celeste e le sue creature. Ritroviamo un’infinità di angeli al servizio di Dio: intermediari tra l’uomo e il divino, ciascuno di essi veglia su cio' che accade qui sotto, interviene in base al suo campo d’azione e agli ordini dell’Altissimo, e fa si' che le preghiere dei Figli di Israele arrivino a destinazione.
E’ il Sepher Raziel ha’Malach, il libro dell’Angelo Raziel o Libro dei Misteri, che conferisce a questi mondi una dimensione magica ed esoterica. Secondo la mitologia accreditata, questo compendio dell’antico retaggio di magia ebraica, è il primo libro mai scritto a riguardo, di diretta fonte divina. Esso descrive gli angeli che popolano i sette cieli - la loro gerarchia, le loro personalità e abilità - e li colloca nel cuore stesso di molte pratiche magiche.
Il Talmud babilonese descrive i demoni come esseri a metà strada tra l'uomo e l'angelo: possono cambiare aspetto, spostarsi istantaneamente ai quattro angoli della Terra e diventare invisibili. Numerosissimi, essi obbediscono al re Asmodeo e vivono ai margini della civiltà, in terre desertiche, nei pozzi, nei fossi e nelle rovine, ma anche tra gli uomini.
Dentro gli uomini.
Non tutti sono pericolosi, ma si raccomanda comunque di non offenderli perché hanno il potere di danneggiare gli esseri umani. Dato che non appartengono a questo mondo e non sono quindi sottoposti alle leggi della Natura, l'unico modo per combatterli è usare la magia.
Lilith, madre di tutti i demoni, incarna la brutalità di una natura ostile all'essere umano, una natura malvagia e matrigna. Nell'Alfabeto di Ben Sira si racconta che Lilith è stata la prima moglie di Adamo, incapace di sottomettersi al suo compagno e al suo Creatore.
Molti amuleti e oggetti apotropaici riportano il nome e l'effige di Lilith: ciotole d’incantesimi, da sistemare o seppellire in casa, lunghi amuleti fatti di carta o pergamena arrotolata, nascosta in preziosi astucci, gioielli e pendenti lavorati in oro o argento. Insieme a Lilith appaiono sempre le figure e i nomi dei tre angeli protettori: Senoy, Sansenoy e Semangelo.
Come i demoni, anche i morti sono pericolosi, ma possono essere utili. Diversi libri di ricette e incantesimi descrivono dettagliatamente i modi per cacciarli, interrogarli o evocarli a nostro piacimento (negromanzia).
2. Dare la vita
La maggior parte degli amuleti riguardano la protezione della futura madre e del neonato. Anche in questo caso, ritroviamo spesso il nome e l'immagine di Lilith - nota per causare aborti spontanei alle donne e la morte prematura dei neonati – insieme al nome degli angeli guerrieri e protettori.
Questo tipo di "magia" è generalmente praticata e trasmessa dalle donne per le donne : gioielli, tessuti ricamati, abiti, ma anche iscrizioni sui muri della camera dove ha luogo il parto, sul letto, sul corpo della partoriente... Invocazioni e formule magiche del tipo “Adamo, Eva, fuori Lilith, Senoy, Sansenoy, Semangelo!”
Un altro esempio è il coltello Kreismesser usato per tracciare 6 simbolici cerchi profilattici attorno alla partoriente e al neonato, o le spille dette “spade di Lilith”, da apporre sui vestitini o sul guanciale del nascituro.
Secondo la tradizione midrashica, Lilith attacca i neonati di sesso maschile durante i primi otto giorni di vita, quelli di sesso femminile nei primi venti. Nel mondo ashkenazita, uno dei rimedi è un amuleto specifico, la Heh (quinta lettera dell'alfabeto ebraico utilizzata per indicare Dio), che sta a significare che il figlio maschio appartiene a Dio già prima della circoncisione.
In Italia, le famiglie benestanti erano invece solite sospendere sulla culla dei neonati un amuleto di carta, racchiuso in uno scrigno riccamente decorato, in oro o argento, con su incise le tre lettere “shin dalet youd", ovvero “El Shaddai”, uno dei nomi ebraici di Dio.
3. Mantenersi in vita
Una magia per proteggere i più deboli, le donne incinte, le partorienti, i neonati, ma anche una magia per difendere il cuore e le anime degli uomini, lo spazio domestico e quello lavorativo.
Tantissimi amuleti dalle funzioni apotropaiche sono destinate a sconfiggere i demoni, a bloccare l’accesso alle energie negative, a favorire il successo delle iniziative personali, a prevenire le epidemie, a curare le malattie.
La forma di questi oggetti speciali spesso si ispira al mondo animale (serpenti, pesci, lucertole, felini... ) ma è possibile trovare amuleti a forma di chiave e lucchetti che simbolicamente, "chiudono le porte" e s’oppongono ai demoni che tentano di penetrare il corpo umano dai suoi orifizi.
Quando non è destinato alla protezione di una persona in particolare, l’amuleto puo’ essere attaccato ai muri dell'abitazione, in luoghi specifici: la mezuzah, ad esempio, protegge le soglie e le porte. Questo oggetto rituale consiste in una pergamena, claf, su cui sono stilati alcuni passi della Torah racchiusa in un apposito contenitore, per proibire l'accesso ai demoni, ma anche ai topi, ai serpenti e agli scorpioni i cui morsi o punture sono letali.
4. Conquistare l'Altro
La magia si basa essenzialmente su due capi saldi : 1) esistono esseri sovrannaturali e forze occulte dotati di grandi poteri; 2) l’uomo puo’ dominarli e sottometterli al suo volere.
Eppure, raramente lo scopo della magia va al di là della “risoluzione” di problemi pratici e quotidiani. In poche parole, è come avere accesso a fenomenali poteri cosmici... per metterli poi al servizio solo del piccolo universo umano!
La magia ebraica, come tutte le altre pratiche magiche, non prescinde da questo postulato e propone ricette e pozioni per influenzare o cambiare il corso delle cose, sul piano affettivo o materiale, o per accelerare il raggiungimento di obiettivi “ottenibili” anche senza il ricorso alla magia : guarigione, protezione, successo, autorità, amore, vendetta,...
Sono pochi i documenti che raccontano di desideri più insoliti e stravaganti. Molto più ricorrenti invece sono le testimonianze di una certa “magia aggressiva” o erotica, per conquistare o riconquistare l'amore di una persona amata o desiderata, per garantirsi i favori di qualcuno, per sconfiggere il proprio rivale in affari, far cambiare idea su una questione, o ancora per zittire i pettegolezzi.
Molte donne chiedono il ritorno di un marito chi le abbandona, o la pacificazione dei conflitti coniugali che mettono in pericolo la pace della loro casa.
5. Magia e Religione
La Torah proibisce l'uso della magia. Ciononostante, sia i redattori della Bibbia che i rabbini hanno sempre "chiuso un occhio" sulle tante pratiche magiche persistenti tra il popolo di Israele.
Gli autori della Mishna e del Talmud di Babilonia, ad esempio, autorizzano addirittura determinate forme di magia e propongono numerosissime soluzioni magiche, ricette e pozioni. In altre parole, lo studio della magia continua a giocare un ruolo importate nella formazione dei rabbini e degli eruditi del tempo.
E’ solo nel Medioevo che la magia incontra i suoi primi veri detrattori. La Cabala pratica viene cosi' contrapposta alla tradizione principale della Kabbalah Iyunit, la "Cabala contemplativa", che cerca di spiegare la natura di Dio e dell'esistenza mediante lo studio teosofico e le tecniche mentali.
Eppure, le opere magiche e cabalistiche continuano a diffondersi e moltiplicarsi, offrendo rappresentazioni visive più o meno complesse. La più emblematica è un motivo ad albero, l’Albero della vita.
L’Albero della vita, Etz haHa'yim (עץ החיים in ebraico), rappresenta simbolicamente le leggi dell'Universo. E' composto da dieci sefira, con ventidue sentieri comunicanti, proprio come i 22 Arcani Maggiori del Tarot. La parola sefira viene ricollegata al termine sfera ma in realtà ha altri significati: libro o racconto, luce o pietra preziosa, numero.
La colonna di sinistra rappresenta l'aspetto femminile della creazione e contiene tre sefira: Intelligenza, Forza, Splendore.
La colonna di destra rappresenta gli aspetti maschili della creazione e contiene tre sefira: Saggezza, Amore, Eternità.
Il pilastro centrale rappresenta l’equilibrio tra i pilastri maschili e femminili, equilibrio di Fiamme Gemelle. Contiene quattro sefira: Corona, Bellezza, Fondamento, Regno. Si aggiunge anche un quinto punto che indica la Conoscenza.
L’albero della vita della Cabala è associato all’albero del giardino dell’Eden, custodito da un serpente. Accanto, scorre un fiume la cui acqua è fonte di vita e nutrimento.
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